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IMAGINARIA IPOGENIA l'eco dello sguardo (cinque anni dopo)

18/03/2011
 

Il primo evento del Progetto PERSONALE 5 FOTOGRAFIA ospita due ricerche del fotografo romano Massimiliano Lattanzi, preparate esattamente a 5 anni di distanza e che mostrano l'evoluzione personale nel percepire per l'appunto l'Eco dello Sguardo Ampio pubblico,.. giornalisti e amanti dell'arte per una serie di lavori strutturata secondo una corrispondenza ritmica di cromie che si alternano, che parte dai grandi formati delle reti di Imaginaria per arrivare alle cromie forti di  Ipogenìa, un meccanismo di doppia creazione, una ricerca per cogliere “l’eco dello sguardo, 5 anni dopo”, quello che Christian Iorio ha definito nella sua presentazione “ la magia più grande che l’arte ci può regalare”.


 


IMAGINARIA: una ricerca sull'eco dello sguardo, la persistenza della visione. E' il risultato dello sguardo multi-dimensionale di un "Fantasma", che si pone al servizio dello spettatore prestandogli per un istante il proprio occhio, così da mostrare la singolare prospettiva dell'essere, ad un tempo, ovunque e da nessuna parte. In IMAGINARIA, l’occhio e la mente vengono sorpresi a inseguirsi perennemente in un alternarsi asintotico di assenza e persistenza.
“Visione distratta e puntuale per l’occhio normale, le reti si tramutano in visione onirica per uno sguardo poetico o per un’esplorazione di tipo percettivo. Il mezzo fotografico è lo strumento di scienza e poesia che Massimiliano Lattanzi usa per svelare la complessità che si cela dietro al reale. A distanza ravvicinata, l’immagine entra nell’astrazione. La rete è una superficie organica piantata tra cielo e acqua che innesca un gioco a due facce, costruita di riflessi. Non è rete, non è laguna, è la ripresa di un fenomeno organico e umano, una sindone di macchie corrispondenti e misteriosamente note. In alcune foto, a un’immagine è sovrapposta un’altra e, reti su reti, è un affastellarsi di ombre che suggeriscono una verità nascosta che appartiene non a noi ma allo spazio in cui viviamo e che non comprendiamo totalmente. Come dopo il suono permangono le onde acustiche, così dopo l’esperienza si attardano le sue ombre, a noi invisibili.  Con l’allungarsi della prospettiva, la visione si apre come nella scomposizione di un prisma. Il riflesso diventa acqua, le trasparenze reti, il contesto è pura natura, uccelli e aria. L’occhio si distende seguendo il semicerchio armonioso delle reti nell’acqua e il mistero coincide con la realtà, con la nostra realtà (Elisa Capitanio, Critica d'Arte)

IPOGENIA: una nuova visione dei "Fantasmi", una nuova visione del "movimento". Dove prima era monocromo, adesso è policromo. Dove prima era segmentato, adesso è proposto senza soluzione di continuità; immagini di grande impatto visivo ed emotivo, costruite sulla base di metamorfosi basate sullo sdoppiamento della rappresentazione, rappresentano uno specchio entro cui ognuno si guarda. Può vedere demoni, insetti, maschere, totem, costumi, incubi..., un'idea nata e realizzata stando sottoterra (da cui Ipogenìa), una serie di gallerie sotterranee illuminate, riprese in lunga posa a bordo di vari treni, una visione in rapido movimento che si riflette su se stessa.

L'eco dello sguardo, appunto. Cinque anni dopo.
Massimiliano Lattanzi possiede un approccio artistico che è, ad un tempo, intellettuale, spirituale ed estetico, e che si fonda su uno sguardo di pura meraviglia alla vasta ed ineluttabile solitudine del cielo notturno. Le sue immagini ci mettono in relazione col mondo naturale attraverso uno stile scarno, riflessivo ed illuminante. La fotografia visionaria è per lui un mezzo per riconnettersi col mondo attraverso meditazioni personali, dando vita ad una produzione artistica che può essere distinta in due filoni principali: da una parte ci sono forme naturali, tinte vivide e trame terrene; dall’altra immagini fragili ed eteree che vengono ridotte a strutture elementari e nitidi contrasti. Lattanzi s’immerge interamente in ogni opera; nondimeno il suo intento artistico è di ispirare un’esperienza metafisica singolare in ogni osservatore. “Questa è ad un tempo la mia visione e la mia speranza: riuscire a scomparire e lasciare che il silenzio parli ad ognuno”, dice. Antropologo ed epistemologo di formazione, dopo anni di lavoro in campo internazionale, Lattanzi decide di dedicarsi interamente all’Arte, conducendo una vita alquanto singolare: oltre alla produzione artistica in campo fotografico, compone liriche, restaura antichi telescopi e gestisce un osservatorio astronomico. (da “Art-Mine”, New York, 2008)


 


“L’ansia pittorialista – che invece spesso è specificamente fotografica, nonostante la pretesa “imitazione” della pittura – ha suggerito anche la realizzazione di immagini dove il segno grafico si evidenzia rispetto alla morbidezza del chiaroscuro, che viene eliminato per far prevalere soltanto il “disegno” puro, scarnificato, come nel processo di solarizzazione, praticato con creativa energia specialmente da Man Ray, o da Luigi Veronesi e Mario Finazzi, tra gli italiani. L’alto contrasto nella ripresa, intensificato nello sviluppo e nella stampa positiva finale, consentono al fotografo di registrare un paesaggio altrimenti sconosciuto, se non è immaginato, come può suggerire la fotografia nella sua specifica tecnica, oggi proposta suggestivamente da Massimiliano Lattanzi, con le sue accattivanti strutture lagunari” (Italo Zannier, Critico fotografico e Curatore degli Archivi Alinari)


http://www.galleriamonteoliveto.it/scheda_artista.php?art=42&lan=it 







 

Download:
  Massimiliano Lattanzi.pdf

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